Discussione:
Tema per l'esame di Stato.
(troppo vecchio per rispondere)
Andrea Vanacore
2009-06-26 14:45:57 UTC
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La condizione della donna in Italia all'inizio del XXI secolo tra villa
Certosa e Palazzo Grazioli.
Il candidato elabori una riflessione a partire dai testi de grandi
pensatori contemporanei, Ghedini, Carfagna, Rossella.

Svolgimento dell'alunno Alessandro Robecchi

A mio avviso la condizione della donna nella società italiana all'inizio
del XXI secolo non è molto diversa dalla condizione della donna nella
televisione italiana alla fine del XX secolo. La donna stava mezza nuda
là e sta di nuovo mezza nuda qua, e questo pazienza.
Dissento però da chi dice che la donna tra villa Certosa e Palazzo
Grazioli ha sempre la stessa posizione.

Non è vero!

Essa cambia posizione spesso.
Può essere in posizione seduta, sulle macchinette da golf che guida
papi.
Può essere in posizione sdraiata, mentre si abbronza sullo yacht di
papi. Oppure può essere in piedi e allungare le braccia per ricevere i
deliziosi monili, le collanine e gli anellini di bigiotteria che papi le
dona. O ancora può votare la fiducia al lodo Alfano nel governo di papi.
Come si vede, la posizione della donna tra Palazzo Grazioli e villa
Certosa è molto libera e varia a seconda delle condizioni e del
contenuto della busta che papi le allunga.

Quanto ai pensatori che si sono esercitati sul tema, sembrerebbe che
davanti a papi prevalga la posizione "a pecora", ma con alcune
differenze prontamente rilevate dalla critica. Il Ghedini, per esempio,
nel suo "De papi esuberante senectute", insiste molto sul concetto di
"utilizzatore finale", sostenendo di fatto che la donna abbia una
filiera di lavorazione un po' più lunga e complessa di quella della
mucca frisona da latte del Trentino.

Le "ingenti quantità" di cui parla il Ghedini vanno dunque intese prima
della macellazione.
Per quanto riguarda Carfagna, altro grosso nome della cultura
intervenuto sul tema, il suo avvincente saggio, intitolato "Ddl sulla
prostituzione", ha avuto grande successo di critica.

Purtroppo, però l'editore ha deciso di rimandarne la pubblicazione.

Chiedere la galera per chi frequenta prostitute non dev'essere sembrato
coerente con le recenti attività del governo e soprattutto del suo capo.
Ultima voce critica intervenuta sul tema, quella del Rossella, a mio
avviso la più interessante e innovativa, dato il suo approccio attento
al linguaggio e alla semantica post-capezzoniana. L'antica divisione
delle donne italiane in "minorenni" e "maggiorenni", pare al Rossella
antiquata e non più adatta alle complessità della società attuale,
ragion per cui egli propone nuove categorie più attuali come "a
pagamento", "gratis", "leasing temporaneo" e "multiproprietà". Una
riflessione interessante, che certo non passerà inosservata nei
principali luoghi di pensiero dove si elabora la condizione della donna
in Italia: Italia Uno, il Billionaire, il Letto Grande di Palazzo
Grazioli e il settimanale Chi.
delta11
2009-06-26 14:48:33 UTC
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consumato dall'ividia...cazzo devi vivere proprio male !!!
massivan
2009-06-26 15:00:24 UTC
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"delta11"
consumato dall'ividia...cazzo devi vivere proprio male !!!
"massivan"

Ciò che vi invidiano davvero è il bordellum...

il tipico modo della politica stombazzante
e inconcludente.
Piuma d'Acciaio
2009-06-26 15:17:04 UTC
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Post by delta11
consumato dall'ividia...cazzo devi vivere proprio male !!!
Gonzo, si chiama spirito SATIRICO, ed è merce molto rara e preziosa che
consente di viver la propria
vita alla grande, al contrario dei plebei come te che ri-vivono la vita di
papi immersi tra blatte e miseria
Tommaso Russo, Trieste
2009-06-26 22:14:42 UTC
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Post by delta11
consumato dall'ividia...
^^^^^^
Avevo letto indivia.

(L'unica cosa di notevole nei tuoi post sono i typo involontariamente comici.)
chucky
2009-06-26 14:48:58 UTC
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ROTFL!
Gisella
2009-06-26 15:05:45 UTC
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Post by Andrea Vanacore
La condizione della donna in Italia all'inizio del XXI secolo tra villa
Certosa e Palazzo Grazioli.
Il candidato elabori una riflessione a partire dai testi de grandi
pensatori contemporanei, Ghedini, Carfagna, Rossella.
Svolgimento dell'alunno Alessandro Robecchi
A mio avviso la condizione della donna nella società italiana all'inizio
del XXI secolo non è molto diversa dalla condizione della donna nella
televisione italiana alla fine del XX secolo. La donna stava mezza nuda là
e sta di nuovo mezza nuda qua, e questo pazienza.
Dissento però da chi dice che la donna tra villa Certosa e Palazzo
Grazioli ha sempre la stessa posizione.
Non è vero!
FANTASTIC!!! :-DDD
Piuma d'Acciaio
2009-06-26 15:06:00 UTC
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Post by Andrea Vanacore
La condizione della donna in Italia all'inizio del XXI secolo tra villa
Certosa e Palazzo Grazioli.
Il candidato elabori una riflessione a partire dai testi de grandi
pensatori contemporanei, Ghedini, Carfagna, Rossella.
[...]
Qui va a finire che l'ottima satira come la tua ci attira
le morbose attenzioni di papi-censore, alias il maiale più
uguale di tutti :-)
Lilith
2009-06-26 15:09:04 UTC
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Scherzi a parte, 'sti buffoni hanno sbagliato una delle tracce d'esame
per i licei musicali:



Errori in tracce temi liceo musicale
http://www.quinews.it/2009/06/26/errori-in-tracce-temi-liceo-musicale/

MATURITA' - LO DENUNCIA LA CGIL. 'Anche quest'anno non mancano errori
nelle tracce per le prove d'esame. Cambiata, con fare decisionale e
punitivo dopo gli errori dello scorso anno, la persona addetta alla
sovrintendenza alle prove degli esami di stato, non sembra pero' essere
diminuita la probabilita' di errori'. E' quanto denuncia il segretario
generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo sottolineando che 'quest'anno
e' toccato al liceo musicale: il piano didattico del liceo musicale, che
e' ancora sperimentale ma che dal 2010 entrera' in ordinamento, prevede
che la prova di maturita' di indirizzo sia una prova di 'un corale da
armonizzare oppure un brano da analizzare'.

'La prova di analisi fornita oggi ai maturandi dal Ministero - evidenzia
Pantaleo - e' incompleta, mancano le ultime tre pagine che corrispondono
alla 'ripresa' (definizione della forma sonata) e, nella traccia, viene
attribuita come sonata a F.J. Haydn anziche' a L.v.Beethoven. Si tratta
infatti dell'opera 14 n.2 Sol maggiore di L.v. Beethoven, come
correttamente riportato nel frontespizio del testo, ma non nella traccia
predisposta dal Ministero. Insomma - prosegue - l'ennesimo pasticcio e
per di piu' proprio in quel liceo musicale che, costituendo una
significativa novita' dei nuovi ordinamenti (in realta' era gia'
presente anche negli ordinamenti di Berlinguer e della Moratti, che
pero' non hanno mai visto la luce), rappresenta la medaglietta al petto
del Ministro Gelmini da lustrarsi ad ogni conferenza stampa'.

Secondo Pantaleo non e' pero' un 'errore del neofita'.
Infatti, evidenzia ancora il segretario generale della Flc Cgil, 'i
licei musicali esistono in forma sperimentale fin dal 1977 e in 32 anni
c'era da sperare che al Ministero ci fosse qualcuno un po' meno
approssimativo in grado di capire che un testo musicale non e' tale se
non e' completo e che l'autore indicato nella traccia deve essere
veramente quello del testo, pena la confusione dei maturandi davanti
alla prova. Il liceo musicale parte male: non solo il Ministero non ne
concede neppure uno per provincia, ma sbaglia pure le tracce per le
prove d'esame'.
Primo Greganti
2009-06-26 18:01:02 UTC
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Le merchant bank in Italia
Il candidato elabori una riflessione a partire dall'azione
del On.le Massimo d'alema
Massimo D'Alema Merchant BankErano due anni che Massimo D’Alema aveva rotto
con il principale giornale italiano: niente contatti, niente interviste. Il
lungo gelo è finito domenica 20 maggio 2007. Quel giorno il Corriere della
sera pubblica una lunga intervista al ministro degli Esteri che lancia un
avvertimento: «È in atto una crisi della credibilità della politica che
tornerà a travolgere il Paese con sentimenti come quelli che negli anni
Novanta segnarono la fine della prima Repubblica».

Come spiegare il disgelo e, soprattutto, come interpretare il fosco presagio?
Per riuscire a rispondere bisogna innanzitutto mettere in fila i fatti. Il
primo risale a due anni fa, quando il gelo bloccò ogni rapporto tra D’Alema e
Corriere: era l’estate del 2005, l’estate delle scalate, degli assalti dei
furbetti del quartierino.

L’allora presidente dei Ds troncò ogni contatto con via Solferino proprio
perché il giornale, in quei mesi sotto attacco da parte di Stefano Ricucci
che stava scalando Rcs, non mancava d’indicare che tra gli scalatori c’era
anche un’ala sinistra: quella dei dalemiani e del loro braccio secolare,
Giovanni Consorte, allora presidente di Unipol. Il quotidiano di via
Solferino arrivò fino a dare spazio a quanto andava scrivendo Diario, che si
era impegnato proprio a svelare quell’ala sinistra e che sulla sua copertina
del 10 giugno 2005 aveva titolato: «Compagno Ricucci».

Così era esplosa l’ira funesta di Massimo D’Alema, come quella di Achille
offeso da Agamennone. Ci sono voluti due anni per ritessere la tela,
riavviare i contatti, dimenticare le offese. Due anni dopo, D’Alema rompe
l’embargo e parla. Il Corriere titola: «Politica, crisi come negli anni
Novanta. La scarsa fiducia travolgerà il Paese». Nei giorni seguenti, la
profezia comincia ad avverarsi: esplode prima il caso Visco, poi La Stampa
scrive di uno strano ricatto sudamericano a D’Alema, infine arrivano sui
giornali le telefonate tra Giovanni Consorte, Massimo D’Alema, Piero Fassino
e Nicola Latorre intercettate in quella fatale estate del 2005.

Tanto all’inizio quanto alla fine del gelo dalemiano con il principale
giornale italiano stanno dunque le scalate dei furbetti. I frutti avvelenati
di quella stagione sono arrivati fino a oggi. E ora i nodi vengono
drammaticamente al pettine: la politica si era trasformata in affari, ma gli
affari sono tornati a trasformarsi in politica.

La Bicamerale segreta. «Compagno Ricucci»: quante critiche, quante offese,
quante telefonate importanti abbiamo ricevuto per quel titolo. Che cosa aveva
scritto Diario nel giugno 2005 e poi nei mesi seguenti? Aveva scritto che era
in azione un composito gruppo di scalatori impegnati a geometria variabile ad
assaltare due banche, Antonveneta e Bnl, e un giornale, il Corriere della
sera. Che le tre scalate facevano parte di un unico piano che tentava di
riorganizzare i poteri in vista della fine della fase di Berlusconi al
governo. Che tra gli scalatori c’era la forte presenza dell’ala dalemiana.
Che era in corso una Bicamerale segreta, una Bicamerale degli affari in cui
pezzi della sinistra si erano accordati con pezzi della destra per preparare
la nuova fase, quella dopo le elezioni, che contavano di vincere. Che
l’agenda della politica era dettata dagli affari, questa volta anche a
sinistra. Allora queste erano poco più che intuizioni giornalistiche. Oggi
sono diventate storia.

Ora i politici strepitano: che vergogna la pubblicazione delle telefonate! Il
problema sono le intercettazioni, non quello che i politici nelle
intercettazioni dicono. Ora proveranno a fare una legge per blindarsi dentro
il Residence della Politica (il Palazzo pasoliniano non c’è più, con la sua
drammatica grandiosità: è diventato un banale Residence cinque stelle
multiservizi).

I politici coinvolti si difendono: erano solo chiacchiere e spiritosaggini,
niente di penalmente rilevante. E che cosa c’è poi di male se la politica
s’informa su quello che succede nella finanza? Ma resta lo sconsolante
spettacolo dei vertici del maggior partito della sinistra beccati in
flagrante, mentre seguono il progetto partorito da Giovanni Consorte, condito
con una dose di irregolarità, scorrettezze e reati da far venire i brividi
(se non ai vertici, almeno alla base del partito), che puntano tutto (la
reputazione dei dirigenti, la credibilità del proprio simbolo elettorale) su
un’avventura tentata insieme a una compagnia impresentabile di banchieri,
palazzinari e finanzieri pronti perlopiù per la galera (per insider trading,
aggiotaggio, appropriazione indebita, truffa, bancarotta fraudolenta, false
fatturazioni, riciclaggio, associazione per delinquere...).

La Bicamerale segreta dell’estate 2005 era stata magistralmente riassunta da
quella vecchia volpe di Clemente Mastella il 9 agosto di quell’anno: «Stiamo
vivendo una strana stagione: chi vede arrivare la sconfitta elettorale prova
a organizzare il proprio futuro; mentre chi pensa di vincere punta
all’egemonia, a occupare spazi di potere. E lo fa direttamente o tramite chi
gli è vicino». Aveva visto bene.

D’Alema merchant bank. Le scalate sono frutto di scambi multipli tra fronti
diversi. «Più piaceri ora si fanno di qua, e più Gnutti potrà chiedere di
là», dice il 7 luglio 2005 il finanziere Ettore Lonati. Le nuove telefonate
rese note oggi confermano. D’Alema per Consorte è meglio di una merchant
bank: si dà da fare con numerosi interlocutori. Il 4 luglio dice a Pierluigi
Stefanini (oggi presidente di Unipol): «Ho fatto un po’ di chiacchiere anche
milanesi... Insomma alla fine, se ce la fate, poi vi rispetteranno». Chi sono
i «milanesi» a cui D’Alema è andato a chiedere «rispetto»?

Il 6 luglio è la volta dell’immobiliarista Francesco Gaetano Caltagirone:
Giovanni Consorte chiama il senatore Ds Nicola Latorre per dirgli che
Caltagirone si è defilato insieme ai suoi alleati immobiliaristi dalla
scalata Bnl e vuole vendere la partecipazione del 27 per cento. Per questo
Consorte chiede a Latorre l’intervento di D’Alema: «Sarebbe meglio che
D’Alema chiamasse Caltagirone».

Convinto Caltagirone e amici a vendere a Unipol, c’è da convincere Vito
Bonsignore, Udc. Dice D’Alema: «Ho parlato con Bonsignore, che dice che cosa
fare, uscire o restare un anno? Se vi serve, resta... Evidentemente è
interessato a latere in un tavolo politico...». E Consorte: «Chiaro, nessuno
fa niente per niente» (14 luglio 2005).

Anche Gavio è interessato: «Come mai?», chiede Fassino, allora come oggi
segretario del partito. E Consorte, paziente, glielo spiega: «Gavio entra
perché ha capito che l’aria cambia e siccome lui ha l’Impregilo, vuole
lavorare con le cooperative... Non c’è nessuno che fa niente per niente,
Piero, a questo mondo!».

Del resto, Diario aveva raccontato già nell’agosto 2005 altre telefonate,
altre pressioni: quelle di Fassino sul segretario dei Ds di Siena, Franco
Ceccuzzi, perché convincesse il Montepaschi a schierarsi con Unipol. A Siena
avevano resistito. Dunque si poteva dire no. Si poteva salvare almeno
l’onore.

Anche il Corriere è nel mazzo degli scambi. Il 7 luglio 2005 Piero Fassino
dichiara al Sole 24 ore: «Non c’è un’attività imprenditoriale che sia
pregiudizialmente migliore o peggiore di un’altra. È tanto nobile costruire
automobili o essere concessionario di telefonia, quanto operare nel settore
finanziario o immobiliare». Ora sappiamo che quel giorno Stefano Ricucci alle
9.37 ha già letto il Sole, chiama Nicola Latorre e ringrazia: «Ti volevo dire
che ho letto qui l’intervista di Fassino... Ha fatto una presa di posizione
positiva su di me e io lo volevo ringraziare...».
Dopo tutto ’sto lavorìo, dopo tutta questa pericolosa esposizione, il
risultato è un pugno di mosche: le scalate sono sconfitte, Consorte deve
dimettersi. «Facci sognare! Vai!», gli dice D’Alema il 7 luglio. Ma il sogno
si trasforma in un incubo.
--
Tullio De Mauro - Dizionario della lingua italiana - foibe:
Depressione carsica a forma di imbuto... al fondo della quale si apre
un inghiottitoio, usato come fossa comune per occultare cadaveri di
vittime di eventi bellici.
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